Per questo motivo riteniamo di nuovo opportuno fare il punto sull’argomento, richiamando i chiarimenti già forniti a suo tempo dal Dipartimento delle Comunicazioni.
Innanzitutto la normativa si riferisce al servizio di radiodiffusione e, pertanto, non include altre forme di distribuzione del segnale audio/video (es. web radio, web tv, iptv) basate su portanti fisici diversi da quello radio, e definisce quale “apparecchio”:
– “atto” a ricevere le radioaudizioni se e solo se include fin dall’origine gli stadi di un radioricevitore completo; sintonizzatore radio, decodificatore e trasduttori audio/video per i servizi televisivi, solo audio per i servizi radiofonici;
– “adattabile” a ricevere le radiodiffusioni se e solo se include almeno uno stadio sintonizzatore radio ma è privo del decodificatore o dei trasduttori, o di entrambi i dispositivi, che, collegati esternamente al detto apparecchio, realizerebbero assieme ad esso un radioricevitore completo.
Di conseguenza, un apparecchio privo di sintonizzatori radio operanti nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è ritenuto né atto né adattabile alla ricezione delle radioaudizioni (e per esso non va pagato alcun canone TV).
Il canone speciale RAI è senz’altro dovuto se il monitor/display è dotato di sintonizzatore, e dunque adattabile allo scopo della ricezione del segnale radiotelevisivo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo, quindi anche nel caso l’azienda lo usi non per consentire al pubblico la visione di programmi televisivi, ma per effettuare promozioni di propri prodotti/servizi, per permettere agli utenti il controllo dei risultati di giochi/scommesse o altro.
Si ritiene opportuno segnalare che, pur non essendo un obbligo normativo, è utile per chi ha ricevuto il sollecito rispondere, compilando la cartolina preaffrancata in allegato alla comunicazione ricevuta, dichiarando, se del caso, di non possedere apparecchiature atte o adattabili a ricevere i programmi della RAI.
Categorie:
Imprese
