Legge di Stabilità, cosa cambia per le imprese nel 2016

Legge di Stabilità, cosa cambia per le imprese nel 2016

Lavoro, investimenti, nuove forme societarie, tasse, novità per il commercio con tetto contanti e obbligo di POS: le novità per le imprese contenute nella Legge di Stabilità 2016.

 

Investimenti

La misura fondamentale è rappresentata dal superammortamento al 140% sull’acquisto di nuovi macchinari: la deduzione è applicabile agli acquisti in beni strumentali effettuati dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016. La misura è contenuta nel comma 91 dell’articolo unico della manovra, e riguarda imprese ed esercenti arti e professioni. Quindi, ai fini delle imposte sui redditi, per la determinazione delle quote di ammortamento e dei canoni di leasing finanziario, il costo di acquisizione è maggiorato del 40%. L’agevolazione si può applicare anche alle spese per i mezzi di trasporto eventualmente utilizzati nell’esercizio dell’impresa o della professione. Casi in cui non si può applicare il superammortamento:

  • investimenti in beni strumentali con coefficienti di ammortamento inferiori al 6,5% (in base al decreto del Ministro delle finanze 31 dicembre 1988), investimenti in fabbricati e costruzioni;
  • investimenti in produzione e distribuzione di gas naturale, ferrovie, trasporti aerei o marittimi, e in altri beni di cui all’allegato 3 della Legge di Stabilità.

Attenzione: il superammortamento al 140% non produce effetti sulla determinazione dell’acconto dovuto per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2015, effettuata considerando quale imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata in assenza delle agevolazioni fiscali previste dalla manovra.

C’è un’agevolazione ulteriore prevista dal comma 98 della manovra per le imprese del Mezzogiorno, ovvero Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, e le zone assistite di Molise, Sardegna e Abruzzo. Si tratta di un credito d’imposta, modulato in base alla dimensione d’impresa, previsto dal comma 98, per tre anni dal primo gennaio 2016 al 31 dicembre 2019. La misura massima è pari al 20% per le piccole imprese, al 15% per le medie imprese e al 10% per le grandi imprese, fino a un limite di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, 5 milioni di euro per le medie imprese e 15 milioni di euro per le grandi imprese. Investimenti agevolabili: l’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di macchinari, impianti e attrezzature destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nel territorio. Settori esclusi: industria siderurgica, carbonifera, costruzione navale, fibre sintetiche, trasporti, energia, banche, finanza, assicurazioni. Al credito d’imposta si accede inviando apposita comunicazione all’Agenzia delle Entrate, con modalità e termini da stabilire con decreto ministeriale attuativo.

Novità importante per i professionisti, equiparati alle PMI nell’accesso ai fondi UE (piani organizzativi regionali e nazionali, POR e PON, nell’ambito del Fondo sociale europeo, FSE, e del Fondo europeo di sviluppo regionale FESR).

La manovra introduce anche la disciplina generale delle “società benefit“, che sono a scopo di lucro (e dividono gli utili), ma perseguono una o più finalità di beneficio comune, indicate specificatamente nell’oggetto sociale, e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse.

Altre misure: risorse per 50 milioni di euro per il 2016, per il Piano straordinario per la promozione del Made in Italy (comma 196), 10 milioni di euro per il triennio 2016-2018, per l’accesso e la continuità del credito alle aziende oggetto di misure patrimoniali nell’ambito di procedimenti penali o di prevenzione.

Tasse

Abolite l’IMU per i terreni agricoli e per gli imbullonati delle imprese. Il comma 13 della manovra elimina l’IMU per tutti i terreni agricoli posseduti da imprenditori professionali e coltivatori diretti, indipendentemente dalla loro ubicazione. La norma relativa ai macchinari fissi al suolo delle imprese (comma 21) prevede che la rendita catastale degli immobili d’impresa del gruppo D venga calcolata escludendo «macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo», sui quali di conseguenza non si pagherà l’IMU.

Aliquota ridotta all’1% per gli immobili invenduti delle imprese edili. Per le imprese agricole, c’è anche l’abolizione dell’IRAP.

Ci sono diverse novità relative al regime dei minimi. E’ terminato il periodo transitorio durante il quale era ancora possibile aderire al vecchio sistema con aliquota al 5%, dal primo gennaio chi apre partita IVA deve necessariamente iscriversi al nuovo regime forfettario con aliquota più alta, al 15%, ma un diverso modo di calcolare l’imponibile, con un sistema di coefficienti che cambiano per le diverse attività economiche. Per i liberi professionisti, il tetto di reddito per poter entrare e restare nel regime dei minimi è stato portato a 30mila euro. Rientrano nel Regime dei Minimi anche i lavoratori dipendenti (per esempio, nel caso in cui aprano un’attività), purché il reddito dell’anno precedente sia al massimo pari a 30mila euro. Cambia il Regime dei minimi per le start-up: si applica nei primi quattro anni, con aliquota al 5%, mentre la precedente norma prevedeva un’agevolazione per i primi due anni di attività, abbattendo l’imponibile di un terzo.

Aliquote fiscali agevolate e nuove regole, in chiave di semplificazione e anti-evasione, per la cessione ai soci di beni, anche immobili, diversi da quelli strumentali (commi 115-118): istituita un’imposta sostitutiva di imposta sui redditi e IRAP nella misura dell’8%, che sale al 10,5% per le società di comodo, considerate non operative in almeno due dei tre periodi di imposta precedenti a quello in corso al momento della assegnazione, cessione o trasformazione. Imposta sostitutiva all’8% anche per l’imprenditore individuale che entro il 31 maggio 2016, sceglie l’esclusione dei beni dal patrimonio dell’impresa.

L’IRES scenderà al 24%, dall’attuale 27,5%, dal 2017 (non c’è l’anticipazione al 2016 di parte del taglio, le risorse originariamente destinate a questa misura sono state utilizzate per il cosiddetto pacchetto sicurezza-cultura, in seguito agli attacchi del 13 novembre a Parigi.

Lavoro

Prorogato per il 2016 lo sconto contributivo sulle assunzioni a tempo indeterminato delle imprese, ma al 40%, quindi in misura ridotta rispetto allo scorso anno. Riguarda i contratti a partire dallo scorso primo gennaio, per un periodo massimo di 24 mesi (due anni).

Torna l’imposta sostitutiva sui premi di produttività, al 10%. Prorogata al 2017 la detassazione IRPEF del reddito da lavoro del 70 o dell’80% per i lavoratori che rientrano dall’estero.

Commercio

Sale a 3mila euro la soglia per l’utilizzo del contante, che resta però a mille euro per i trasferimenti tramite money transfer e per i pagamenti della pubblica amministrazione (quindi, fra le altre cose, per il pagamento delle pensioni).

L’altra novità di rilievo per il commercio riguarda l’obbligo di POS: negozi e professionisti sono obbligati ad accettare pagamenti con bancomat e carte di credito anche per micro importi, superiori ai 5 euro. Sparisce dunque la precedente soglia dei 30. La norma prevede un’eccezione per i casi di oggettiva impossibilità tecnica. Sarà un decreto ministeriale attuativo, atteso entro febbraio 2016, a stabilire con precisione i criteri attuativi e le regole di armonizzazione con la direttiva europea sul tetto massimo alle commissioni interbancarie pari allo 0,3% del valore dell’operazione per le carte di credito e allo 0,2% per i pagamenti via bancomat.

Canone RAI

Dal 2016 arriva con la bolletta elettrica, ma scende a 100 euro. Si paga in dieci rate da dieci euro. In via sperimentale per quest’anno la prima rata arriva in luglio, dal 2017 si inizia a gennaio. Le novità sul canone RAI sono contenute nei commi da 152 a 160.

Acquisto prima casa

Ci sono tre misure per stimolano le compravendite immobiliari del segmento residenziale, la tassazione agevolata per l’acquisto della prima casa anche per chi cambia abitazione, la possibilità di acquistare la prima casa in leasing, e il bonus mobili per giovani coppie che comprano casa.

Per quanto riguarda le agevolazioni prima casa bis, il comma 55 estende la tassazione agevolata relativa a imposta di registro o IVA a coloro che acquistano una casa nuova, e la adibiscono ad abitazione principale, cambiando casa e vendendo un immobile per il quale avevano già fruito del medesimo beneficio. Chi acquista l’immobile da un privato paga imposta di registro al 2% e imposte ipotecaria e catastale fisse di 50 euro, mentre se la controparte dell’operazione è un’impresa la vendita è soggetta ad IVA, si applica la percentuale del 4%, e le imposte catastale e di registro salgono a 200 euro. Attenzione: per applicare l’agevolazione, il vecchio immobile deve essere venduto entro un anno dal rogito. La vecchia prima casa può essere ceduta a titolo non oneroso. Il beneficio non si applica ai casi di compravendita di abitazioni di lusso.

La norma sulla possibilità di acquistare la prima casa in leasing (commi 76-84), prevede una nuova tipologia di contratto di locazione finanziaria, al termine del quale si diventa proprietari dell’immobile. Il contratto si stipula con una banca o un intermediario finanziario, che diventa proprietario dell’immobile, al quale si paga un canone per un periodo prefissato, al termine del quale si acquista la casa a un prezzo precedentemente concordato. Ci sono clausole che tutelano l’inquilino-acquirente da eventi di particolare rilevanza economica (come la perdita del lavoro): in questo caso, è possibile sospendere il pagamento del canone, per un periodo massimo di 12 mesi opzione senza spese aggiuntive ed esercitabile una sola volta). Ci sono condizioni particolarmente favorevoli per chi ha meno di 35 anni e guadagna un massimo di 55mila euro annui:  detrazione fiscale del 19% fino a un massimo di 8mila euro annui e sulla maxi rata finale fino a 20mila euro.

Per quanto riguarda infine il bonus mobili, è una detrazione al 50% fino a un tetto di spesa di 16mila euro in arredi ed elettrdomestici ddestinati alla prima casa acquistata. E’ riservata a giovani coppie in cui almeno uno dei due componenti abbia meno di 35 anni.

 

 

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