FIPE-CONFCOMMERCIO, NO COPRIFUOCO: “APERTI PER NON CHIUDERE PIU’!”

FIPE-CONFCOMMERCIO, NO COPRIFUOCO: “APERTI PER NON CHIUDERE PIU’!”

“Basta coi distinguo tra fasce di colore o tra servizio all’esterno o all’interno: ormai queste regole nella lotta al Covid stanno sfiorando il ridicolo e lo dimostra il fatto che nei mesi in cui siamo stati chiusi il numero dei contagi è addirittura aumentato. È evidente ormai a tutti che non è nei nostri locali che circola il virus.
Si vada piuttosto a vedere cosa accade nei trasporti pubblici sovraffollati, negli assembramenti spontanei in cui spesso si abbassano le mascherine. Da oltre un anno lo Stato italiano ha messo fuori legge i pubblici esercizi, che pure sono gli unici a poter garantire la somministrazione in piena sicurezza, con clienti controllati e controllabili e nel pieno rispetto dei protocolli vigenti. Ma chiudendo noi ha aperto la strada alla rete dell’illegalità fuori da ogni controllo. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Prendiamo le distanze dalle azioni di protesta violente e contro la legge che si sono succedute in queste settimane, ma non dalle ragioni che le hanno ispirate. Per questo motivo, tenendo fede al senso di responsabilità e al principio di muoverci sempre dentro la legalità, continuiamo la nostra attività sindacale nei confronti delle istituzioni, a livello territoriale come nazionale, affinché si facciano carico delle nostre istanze per una riapertura totale e definitiva dei pubblici esercizi che superi la distinzione fra interno e esterno e consenta di tornare anche ad effettuare banchetti e cerimonie nel rispetto di rigidi protocolli di sicurezza. Ovviamente occorre anche superare l’inutile limite orario delle 22.00 superando il coprifuoco o almeno, nel breve, spostando il limite alle 24.00. Siamo in buona compagnia nel chiederlo, visto che sia ANCI che la Conferenza delle Regioni e Province autonome si sono espresse favorevolmente in questa direzione. Per dare ulteriore forza alla nostra azione di pressing sindacale intendiamo coinvolgere con la nostra campagna promozionale anche i nostri clienti e l’opinione pubblica dimostrando attraverso le immagini e la domanda “dove vi sentite più sicuri?” che non sono certo bar e ristoranti i luoghi di maggior diffusione dei contagi.”

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