Piazze piene in tutta la penisola per la protesta pacifica organizzata dalla Federazione dei Pubblici Esercizi. Confcommercio Ascom Imola c’era assieme ai suoi operatori.

Piazze piene in tutta la penisola per la protesta pacifica organizzata dalla Federazione dei Pubblici Esercizi. Confcommercio Ascom Imola c’era assieme ai suoi operatori.

La delegazione di Confcommercio Ascom Imola guidata dal Presidente Danilo Galassi era presente  alla manifestazione Siamoaterra svoltasi Mercoledì 28 ottobre in Piazza Maggiore a Bologna per dare un segnale forte del settore alla politica.

Gli ultimi provvedimenti presi da governo per il contenimento della seconda ondata di Covid-19 stanno mettendo definitivamente in ginocchio i pubblici esercizi e tutte le attività colpite dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm. Non soltanto i ristoranti, svuotati dall’effetto psicologico negativo determinato dall’impennata di nuovi casi, ma anche i bar, i locali di intrattenimento e le imprese di catering e banqueting, impossibilitati a lavorare a causa delle restrizioni sugli orari di apertura e sui partecipanti a eventi e matrimoni.

Un’emergenza nell’emergenza sulla quale le associazioni di categoria con in testa la Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi di Confcommercio, hanno acceso un riflettore mercoledì 28 ottobre, quando i gestori dei locali hanno occupato contemporaneamente le piazze di 10 città italiane capoluoghi di regione – Bologna, Firenze, Milano, Roma, Verona, Trento, Torino, Napoli, Cagliari, Catanzaro.

Obiettivo: ricordare i valori economici e sociali della categoria, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del Covid19, nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno.

“Comprendiamo l’emergenza sanitaria e la gravità del momento, ma è impensabile che l’unica ricetta proposta per contrastare la pandemia sia quella di chiudere tutto o di generare una psicosi di massa – sottolinea Galassi -. Coniugare sicurezza e lavoro è possibile e deve essere l’obiettivo principale del governo e della politica tutta. In questi mesi gli imprenditori della ristorazione e dell’intrattenimento hanno investito tanto in sanificazioni, dispositivi di protezione per lavoratori e clienti e misure di sicurezza all’avanguardia. Sono stati fatti sacrifici importanti, con senso di responsabilità e attenzione al bene comune, siglando protocolli e rispettando le regole”.

Vogliamo continuare a dare evidenza pubblica e mediatica a questa situazione che non ha precedenti. Chiediamo alle Istituzioni di tenere conto del sacrificio dei nostri operatori prevedendo degli strumenti concreti e adeguati incentivi per risollevare il settore: nel ventaglio delle richieste la riduzione dell’IVA del 50%, contributi a fondo perduto, interventi per far riprendere il turismo, credito d’imposta sugli affitti dei locali. Sono misure che servono immediatamente per evitare che possano peggiorare le stime dei nostri uffici studi che ipotizzano nel nostro settore per la fine dell’anno la chiusura sul territorio nazionale di 50mila aziende e la perdita di 350mila posti di lavoro. E’ necessario tutelare un settore che rappresenta un’autentica ed indiscussa eccellenza per il territorio”

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